premessa | Il complesso di Santa Lucia e San Vito è un nucleo monumentale di assoluto rilievo, ed è una testimonianza pregnante della nostra cultura e come tale, oltre ad essere luogo di culto, è già una meta di visita prescelta da chi intende approfondire gli aspetti della nostra civiltà. Il monumento è particolarmente amato dai trevigiani per la sua storia e per la sua suggestiva “atmosfera”, quasi una “cappella palatina”, che lo rende particolarmente intimo e accogliente |
obiettivi | Coinvolgere i cittadini - interagire con le comunità locali e il territorio avvicinando le singole persone e gli Enti, per renderli partecipi alla salvaguardia del Patrimonio artistico della città di Treviso.
Salvare il patrimonio – Progettare e realizzare l’intervento di restauro della struttura architettonica, degli impianti, e dell’apparato decorativo.
Potenziare l’attività turistica – Realizzare una diversificazione dei servizi che l’immobile è in grado di fornire all’utenza dalle funzioni religiose alle funzioni turistiche e socio-culturali. |
progetto di restauro |
metodologia L’intervento teso al restauro del complesso monumentale di San Vito e Santa Lucia rappresenta un passo importante per il recupero di questa estesa area, il cui valore storico e artistico assumerà una valenza significativa per la città di Treviso, nell’ottica del recupero globale degli edifici cittadini e delle opere di Tommaso da Modena. Il progetto di restauro del manufatto architettonico in oggetto oltre che rispondere al recupero della forma e della struttura dovrà necessariamente tener presente anche la funzione che questo complesso monumentale dovrà assolvere dopo l’intervento, in relazione alla fruizione della collettività. Si percorreranno a tal fine due strade parallele e convergenti: da un lato la conoscenza fisico-materica dell’architettura condurrà alla definizione dei migliori interventi tecnici atti alla sua conservazione; dall’altro l’indagine relativa alle sue molteplici caratteristiche (storiche, formali, spaziali, distributive, ecc.) porterà all’individuazione delle potenzialità proprie della stessa architettura, ovvero alla individuazione degli usi con essa compatibili. I due percorsi dovranno integrarsi in maniera coerente e omogenea, anche dal punto di vista della rappresentazione progettuale. Particolarmente significativo sarà l’adeguamento ad una nuova destinazione del locale sagrestia, da riqualificare in relazione al suo ruolo storico di ex Chiesa di Santa Maria delle Carceri, al fine di una trasformazione e una creazione di un’area espositiva dove troveranno posto i reperti ritrovati durante gli scavi ed altri oggetti sacri appartenenti alla parrocchia. Le scelte di recupero funzionale non dovranno modificare i caratteri tipologici dei due edifici, facendo del progetto di restauro un’occasione di conoscenza, tutela e valorizzazione della fabbrica architettonica. In tal senso, le scelte funzionali sono fortemente dettate dalle esigenze della tutela e della conservazione delle peculiarità costruttive, tipologiche e formali del complesso monumentale. L’intervento dovrà risultare al contempo efficace sotto l’aspetto funzionale ed estetico ed in sintonia con la sua peculiare sintassi linguistica. Sarà importante assicurare anche una cura manutentiva e periodica del bene che, dato non trascurabile, risulti benefica per la salute sia dell’architettura sia della decorazione pittorica consentendo un miglior uso quotidiano e sociale.
conoscenze preliminari Le scelte progettuali in vista dell’intervento di restauro dovranno scaturite dalla preliminare conoscenza del manufatto acquisita a scala urbana e architettonica, e dei suoi caratteri metrici e formali. In base ai vincoli urbanistici imposti dal Piano Regolatore Generale, la chiesa e le sue pertinenze sono inglobate nella zona A, dal carattere storico e ambientale di rilevante importanza. Le operazioni di acquisizione dei dati metrici di rilievo sono state già compiute previo rilevamento fotografico, e mediante il metodo di misura diretta, manuale e strumentale. Per eseguire la restituzione grafica che documenta i caratteri architettonici della fabbrica, sono state effettuate molte foto di servizio di particolari e dei dettagli architettonici, oltre a quelle d’insieme.Si è quindi proceduto alla restituzione grafica dei dati metrici e architettonici. In generale, i rilievi architettonici hanno consentito d’indagare il carattere materiale, tecnico e strutturale degli ambienti e del sistema portante composto da colonne e copertura a volte a crociera, in Santa Lucia e a volta a botte in San Vito. Lo studio preliminare ha consentito un’utilissima raccolta dati che vanno dal primo restauro effettuato negli anni venti d La problematica collegata all’umidità La problematica che affligge maggiormente il Complesso religioso e determina il degrado interno è principalmente legata ai problemi dell’umidità. La sua soluzione dovrà tener presente, oltre che dell’oggettiva posizione dell’edificio, anche della ripercussione di una situazione di abbandono e di degrado del cortile adiacente (di pertinenza di altri edifici e di proprietà di alti Enti), situazione, che si è ulteriormente aggravata in epoca recente. A tutt’oggi gli interventi effettuati non hanno minimamente risolto il problema dell’umidità poiché non sono state valutate le complesse cause che lo determinano. Nel caso specifico il danno si ripercuote maggiormente sugli edifici religiosi in quanto posti, sotto il profilo morfologico (piccola collinetta), ad un livello inferiore. Dai dati storici pervenuti, le prime segnalazioni della presenza di umidità di risalita risalgono al 1953; durante l’intervento degli anni ’70 fu approntato il taglio dei muri; nel 1995 venne risanato il muro di confine con il Monte di Pietà, ma, sin dal 1998, si è ripresentato lo stesso problema, con ulteriori aggravi dovuti a lavori effettuati nel cortile. restauro architettonico
Studio di fattibilità Lo studio di fattibilità, già concordato con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali del Veneto Orientale, è volto alla soluzione dei problemi causati dall’umidità che provocano il degrado sia delle strutture sia dell’apparato decorativo. Dopo un’accurata rimozione, mappatura e stoccaggio dell’intera pavimentazione, si prevede uno scavo archeologico ed il restauro delle strutture rinvenute durante le fasi di scavo quindi sarà valutato l’intervento più consono a risolvere la presenza di umidità nel sottosuolo che viene attratta dalle murature per capillarità. La realizzazione di un nuovo “impianto trattamento aria” per il controllo dell’umidità nonché di “impianto elettrico centrale termica” per controllo climatico di entrambe le Chiese, che prevede impianto di riscaldamento a pavimento per la Chiesa di Santa Lucia, e di tipo radiante per la Chiesa di San Vito costituisce la fase successiva. E’ previsto l’adeguamento impianto elettrico e la ristrutturazione dell’impianto di illuminazione di entrambe le chiese; in particolare locale contatori ed avanguardo, impianto di terra ed equipotenziale, impianto antintrusione e impianto antincendio, corpi illuminanti e sistema di amplificazione. Successivamente sarà anche effettuata la revisione delle superfici murarie e superfici intonacate interessate dalle gravi infiltrazioni di risalita.
restauro dell’apparato decorativo
Progetto definitivo
Per i lavori riguardanti gli apparati decorativi, che comprendono la superficie affrescata, gli elementi lapidei e le panche lignee, è stato predisposto il Progetto definitivo già approvato dalla Soprintendenza ai Beni Storici e Artistici ed Etnoantropologici per le provincie di VE, PD, BL e TV e dalla Curia Vescovile di Treviso. L’intervento nelle superfici dipinte prevede il ristabilimento dell’adesione della malta e la coesione della pellicola pittorica, la pulitura e la revisione ed equilibratura cromatica delle stuccature. Nelle opere lapidee si attuerà la rimozione dei depositi superficiali, l’estrazione dei sali solubili, la risarcitura delle lacune e quant’altro si presenta necessario per il loro risanamento. |
analisi effettuate | georadar e tomografia 3DPer una accurata conoscenza di alcuni aspetti del degrado sono state effettuate due analisi: indagine geofisica mediante georadar e tomografia elettrica 3D a geometria variabile.
La tecnica del georadar trova importanti applicazioni per rilevare le mappature delle reti tecnologiche presenti nel sottosuolo e l’individuazione delle falde idriche superficiali. La tomografia completa il georadar nel rilevamento della distribuzione dell’umidità e dei suoi flussi. |
analisi effettuate | determinazione del contenuto d’acquaE’ stata eseguita una determinazione del contenuto d’acqua su 40 campioni prelevati nei muri della Chiesa di Santa Lucia.
I risultati vengono riassunti nei seguenti punti: Si potuto notare come il contenuto d’acqua sia molto elevato e superi il 10% in molte stazioni, sia nei prelievi a 15 cm. di altezza che in quelli a 80 cm d’altezza. Solo nelle stazioni ubicate nel muro dove è situato l’ingresso della Chiesa di Santa Lucia il contenuto d’acqua è basso e rientra nei limiti di tollerabilità per una muratura, che si attes |