Attività e Organigramma

Gruppo di lavoro

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Comitato per il restauro delle chiese di santa Lucia e san Vito    Stampa

A quasi dieci anni di lavoro, nasce l’esigenza di raccontare il vissuto, di valutare i risultati e far sedimentare le esperienze. Nell’autunno del 2007, grazie alla volontà di Monsignor Giorgio Marcuzzo, si formò un gruppo di lavoro, eterogeneo nei suoi componenti, che ho avuto il privilegio di coordinare in questo lungo processo di restauro e ristrutturazione delle chiese di Santa Lucia e di San Vito. Vi hanno fatto parte, Gino Garatti, Sara Malgaretto, Caterina Maresio, Stefano Russolo. Nel 2011, il gruppo di lavoro ha assunto la forma di Comitato per il restauro delle chiese di Santa Lucia e San Vito, e sono entrati a far parte altri componenti, Mara Zanato, Carmen Zandonadi, e successivamente Luisiana Cason ed infine nel 2019 Cleonice Vecchione e Emanuele Meneguzzi.

Non sempre gli auspici che si formulano all’inizio di un processo di lavoro trovano poi, nelle diverse fasi di percorso, realizzazione e compimento, ma questo è stato possibile perché vi era una caratteristica che ci accumunava: eravamo tutti convinti e determinati nell’affrontare e perseguire i nostri obiettivi. Ciò ha permesso di superare le difficoltà e i conflitti iniziali, poiché molte erano le incertezze e le insicurezze e assai poche le oggettive possibilità di successo. L’interesse, l’impegno e la volontà comune hanno permesso che si raggiungesse un traguardo per molti insperato: quello di tradurre concretamente tutte le nostre intenzioni. Si era spontaneamente formata in noi la consapevolezza espressa chiaramente nella Carta di Caracovia 2000: “Ciascuna comunità, attraverso la propria memoria collettiva e la consapevolezza del proprio passato, è responsabile dell’identificazione e della gestione del proprio patrimonio”.

Inizialmente ci siamo prefissati di lavorare alacremente, ben sapendo che ogni intervento implicava decisioni, selezioni e responsabilità. Lo stato di conservazione, specialmente per quanto riguardava l’apparato decorativo della chiesa di Santa Lucia, era all’apice delle nostre preoccupazioni. Vi era la necessità di agire al più presto, poiché si rischiava la perdita definitiva di un patrimonio importante per tutta la comunità a causa di un processo di degrado acceleratosi negli ultimi decenni. L’approccio iniziale ha comportato una fase di tipo conoscitivo che ha implicato la raccolta di una serie di informazioni utili per la conoscenza approfondita dell’edificio, delle sue componenti architettoniche ed artistiche oltre che delle sue condizioni di degrado. A ciò si è unito un primo approccio alla storia, per quanto riguarda sia la cognizione dei fatti recenti che del lungo e complesso processo di costruzione e trasformazione delle due chiese attigue. Molti ci hanno sostenuto durante tutto questo percorso per la realizzazione di un intervento non facile e non semplice, e durante il cammino l’emozione di veder concretizzarsi le speranze assieme alla partecipazione dei cittadini ci ha ripagato dalle fatiche.

Fondamentale è stata la predisposizione di un progetto di restauro, articolato su più versanti, che si avvalso dell’apporto professionale di molti specialisti con le loro specifiche competenze ed esperienze, procedendo in dialogo costante e concreto. Le diverse professionalità coinvolte (architetto, ingegnere, restauratore, impiantista, ecc.) hanno lavorato al fine di trovare il migliore approccio procedurale e la migliore tecnica applicativa per la soluzione di ogni problematica, valutando via via la fattibilità, la compatibilità, la durabilità e i costi. Non ultimo, ed estremamente importante, è stato il dialogo costruttivo che si è sempre instaurato con le Soprintendenze di competenza, rendendo più snello l’iter del processo di restauro e ristrutturazione. Infine uno degli aspetti che mi è sempre stato a cuore è stato quello della comunicazione, ovvero di procedere nei vari progetti contemporaneamente rendendo partecipi dei processi di attuazione di tali lavori tutti coloro che ne fossero stati interessati, attraverso varie modalità, come inaugurazioni, mostre o visite guidate.

Anche se il lavoro non si può dire completato, ci si augura che si possa continuare interessandosi degli aspetti che non sono stati ancora affrontati.

Tuttavia penso che si possa dire che già molto si è concluso e quello che anni fa sembrava un obiettivo irraggiungibile, o per meglio dire irrealizzabile vista la mole imponente dei lavori ed il loro ingente costo, oggi è una realtà piena e concreta.

Maria Sole Crespi

Presidente

Comitato per il restauro delle chiese di santa Lucia e San Vito

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Collaboratori per l’apertura e la custodia delle chiese:

Sig.ra Carmen Zandonadi (Responsabile )

Sig.ra Luisiana Malgaretto

Sig. Gino Garatti

Emanuele Meneguzzi

Matthew Lyncin